Renoir e la pesca a strascico

Eccomi, tolgo le mie scarpe, nuove e scomode, e vi racconto.
Scrivo tardi e questo dovrebbe essere un buon segno ma forse il fatto che sto qui davanti al portatile potrebbe voler dire l’esatto contrario.
Insomma, ai vostri sagaci commenti l’ardua sentenza! Innanzi tutto era il primo appuntamento…Vi ricordate il post sull’appuntamento perfetto? Scordatevelo perché anche LUI, come tutti gli altri, non ha neanche la vaga idea di che cosa ci aspettiamo noi fanciulle. Eppure in questo caso non mi lamento. Curiosi vero? A uso e consumo di chi non mi conosce occorre però specificare innanzi tutto chi scrive: Chiara, laureata e precaria, un cliché della mia generazione, quella dei quasi trentenni per intenderci. Commessa in una libreria, per la precisione.

Per sempre

L’uomo entrò nel caffè della stazione. Il barista stava versando un liquido scuro e grumoso nel bicchiere di fronte alla signora seduta al bancone. Gli occhi di lei erano fissi su un punto indefinito del ripiano.

L’uomo riusciva a intravederne il profilo nella penombra del locale: elegante, le lunghe gambe accavallate, solo una ciocca di capelli che sfuggiva all’insieme perfetto e ricadeva a incorniciarle il viso. Avanzava verso di lei, sedendole poi accanto, ma la donna pareva non accorgersene:
– Lo stesso anche per me- disse indicando il bicchiere della donna.
Il barista versò lo stesso liquido scuro in un secondo bicchiere.
Nel farlo osservava la coppia, che ora sedeva vicino, quasi sfiorandosi; lui la guardava ma lei sembrava continuare a fissare lo stesso punto sul ripiano.
Lasciò il bicchiere davanti all’uomo per scomparire subito dopo dietro al bancone, quasi inghiottito dalla penombra.